Anche quest’anno i primi posti avrebbero dovuto essere di personaggi come Monica Cirinnà (che tanto ha e sta difendendo la sua legge sulle Unioni Civili), Michela Marzano ( che ha pubblicato una serie di splendidi articoli in difesa della normalità della famiglia omosessuale), Ivan Cotroneo (che ha accompagnato il suo film “Un bacio” in tantissime scuole dove hanno potuto vederlo più di 30 mila studenti discutendo di omofobia e bullismo), Veronica Pivetti (che continua ad accompagnare in proiezioni scolastiche il suo ultimo film), Mika (che si è difeso con coraggio da volgari attacchi omofobi sia in tv che sulla stampa, ed è stato autore e protagonista di uno show in prima serata), Barbara d’Urso (che su Canale 5 non perde occasione per difenderci e commuoverci), Luca Zingaretti (che col suo “Pride” teatrale impegna tutta la sua notorietà per difendere la nostra causa), Vladimir Luxuria (animatrice di tanti Pride, Gay Village e dello storico Gay Bride Expo), Charamsa Krzysztof Olaf (che pubblica un libro sulla sua storia di prete gay smascherando l’ipocrisia che domina in Vaticano), ma sono personaggi che hanno guidato la classifica VIP dello scorso anno e abbiamo pensato, con rimpianto, di sacrificarli per dare spazio a nuovi nomi.
Avremmo dovuto inserire anche nomi importantissimi come Sergio Lo Giudice e la sua battaglia per le adozioni, insieme a Nichi Vendola e la sua difesa dell’utero in affitto.
Oppure i nomi dei tanti scrittore e registi che anche quest’anno hanno lavorato per raccontare le nostre tante storie, presenti e passate, come Giovanni Coda che quest’anno ha raccolto ben otto premi internazionali per il suo bellissimo “Bullied to Death“, risultando ottavo nella classifica di tutti i film premiati usciti in Italia nel 2016, o come Giuseppe Bucci regista di diverse opere, spot, video e teatro, tra le quali “Misteriosofica fine di una discesa agli inferi” premiato al festival Omovies, o gli spot sulla stepchild adoption e l’onda Pride.
Quest’anno invece la classifica VIP è tutta dedicata, più o meno direttamente, alle coppie gay, in particolare a quelle che si sono unite civilmente (quasi mille a sei mesi dalla legge) e a due nomi, che guidano la classifica, per aver promosso l’amore gay in programmi televisivi di prima serata.
Il primo posto va quindi a Maria De Filippi, che è stata ringraziata anche da Monica Cirinnà per l’impegno civile dimostrato nel suo lavoro televisivo, come l’inserimento di un Trono Gay nel programma Uomini e Donne, con questa parole: “Io penso che Maria De Filippi abbia avuto un grandissimo coraggio quindi il mio è anche un grazie perché il lavoro del legislatore, il lavoro umile che io ho fatto dentro questo Parlamento, non poteva avere un risultato migliore se non quello di arrivare al grande pubblico attraverso un programma come il tuo, di mostrare che un amore omosessuale è esattamente uguale a un amore eterosessuale“.
La segue subito dopo la direttrice di Rai 3, Daria Bignardi, che ha programmato due volte, prima in seconda serata poi a ridosso della prima serata (e in periodo di feste natalizie), la trasmissione “Stato civile – L’amore è uguale per tutti“, titolo che da solo vale un premio, che racconta la storia di 12 coppie che si sono unite civilmente quest’anno. Daria ha dovuto sopportare anche gli attacchi della destra più retrograda, che ne chiedevano le dimissioni, ma per tutta risposta ha detto che il programma avrà tra poco un seguito con altre storie, perché “compito primario di una televisione pubblica è quello di raccontare i cambiamenti sociali, cioè di mostrare come cambia la società“.
Seguono i nomi di sette coppie emblematiche che si sono unite civilmente o sposate, a cui avremmo volute aggiungerne molte altre, come la storia delle due suore o del primo sindaco che si sposa, storie che trovate comunque nella nostra rassegna stampa selezionando come tag “prime unioni civili“, ricerca che restituisce ben 254 articoli.