Anche questa una scelta molto difficile. Delle tantissime intere pagine dedicate ai tanti Pride abbiamo mantenuto solo quella dedicata al Pride di Genova (non chiedeteci perchè). Un’altra scelta obbligata è stata quella che ha sacrificato le tantissime pagine dedicate al percorso ed alla vittoria della legge sulle unioni civili. Abbiamo escluso in partenza le pagine dedicate dedicate ai tanti festival di cinema gay (obbligo menzionare qui le 5 pagine intere che la Stampa ha dedicato, come ogni anno al festival gay di Torino), così come ai Gay Village (da evidenziare il successo del Village padovano), ai protagonisti della cultura e dello spettacolo, in primis il nostro grande Paolo Poli, ma anche le pagine dedicate ad Oliver Sack ed al suo grande amore di una vita, perché le consideriamo pagine quasi obbligate.
Conquista il primo posto la storia del movimento gay vista da Palermo, dove sulla scia del gruppo del Fuori torinese venne aperta una sede del Fuori nel lontano 1976, anni dominati da intolleranza e omofobia, che richiedevano una enorme dose di coraggio per uscire allo scoperto, come racconta Giuseppe Di Salvo.
Al secondo posto mettiamo quella che è stata un’altra grande conquista del 2016, avvenuta all’estero ma con principale protagonista l’italiana Rachele che alle Olimpiadi dedica la sua medaglia alla compagna Diletta. L’ambiente sportivo è ancora oggi uno dei più ostici verso l’omosessualità, erroneamente pensata come qualcosa che sminuisce l’uomo. Alle olimpiadi di quest’anno si sono manifestati pubblicamente oltre 40 campioni omosessuali.
Al terzo posto il Pride genovese in rappresentanza dei tantissimi organizzati in quella che è stata chiamata l’onda lunga del Pride che ha visto coinvolti ben 21 capoluoghi, molti dei quali al loro esordio.
Al quarto posto il dibattito sulle adozioni gay, che ha rischiato di mettere in pericolo la legge sulle unioni civili, ma che è stato difeso da molti personaggi di rilievo che con coraggio e onestà, come Nichi Vendola e Sergio Lo Giudice, l’hanno raccontato alla stampa come un diritto fondamentale per tutte le coppie, etero o gay.
Al quinto posto la battaglia contro il bullismo omofobico, che tormenta tantissimi adolescenti in tutto il mondo. I commenti al film di Ivan Cotroneo “Il bacio” e la reazione di Mika a scritte offensive hanno riempito i quotidiani.
Impossibile non mettere in rilievo la strage di Orlando contro la comunità gay, evento che ha avuto un carattere internazionale e che anche nel nostro Paese ha riempito pagine di cronaca (ma non con lo stesso impeto emotivo di altre stragi, ad esempio nessuno ha lanciato la frase “siamo tutti gay”)
Non poteva mancare anche qui una rappresentanza delle tantissime pagine dedicate alle centinaia di coppie che si sono sposate con la legge sulle unioni civili (bisognerebbe dire ‘unite’ ma non coglie nel segno) che noi abbiamo dedicato alle due innamoratissime ex suore (che il Papa infelicemente ha definito un dolore nel suo cuore) e a due attivisti del movimento gay, Giambattista e Carlo, che giustamente reclamano il prossimo passo, quello del matrimonio.
Una pagina in rappresentanza dell’ambiguità papale, che mentre a parole manifesta aperture verso gli omosessuali, di fatto non fa nulla nulla per cambiare un catechismo omofobo e soprattutto attacca la teoria gender, intesa come propaganda gay che minaccia bambini e adolescenti. Dio ci liberi dalla teoria gender e ci restituisca la libertà di essere quello che siamo.
Chiude la classifica una bellissima pagina sull’omofobia in caserma, altro ambito, come quello sportivo, che si vorrebbe immune dal virus dell’omofobia. Tutta la nostra solidarietà all’associazione dei gay in divisa che rappresenta migliaia di omosessuali costretti ancora a nascondersi per non rischiare avanzamenti e umiliazioni.
