Annata particolarmente ricca di novità e con forti riferimenti LGBT, spesso quasi militanti. Al primo posto abbiamo messo “Geppetto e Geppetto“, una vicenda contemporanea molto autentica proposta con parole contemporanee altrettanto autentiche. Un lavoro da far vedere a tutti i sostenitori del Family Day. Recitato dal giovane talento della scena Angelo Di Genio al fianco dell’autore/attore. Sintesi di assoluta chiarezza tra impegno ideologico e ricerca artistica.
Seguito da “PPP ultimo inventario prima della liquidazione” di Gianni Forte e Stefano Ricci. I “ragazzacci” trasgressivi del teatro italiano a confronto con le parole e la vita del poeta/regista/romaziere trasgressivo loro padre “storico”. Spettacolo su commissione che diventa lavoro ispirato e provocatorio.
Al terzo posto “Road Movie“, un viaggio che non è solo un on the road geografico, ma anche nella storia del movimento gay e nella presa di coscienza di sè del protagonista. Con un giovane attore di cui il teatro italiano sentirà ancora parlare a lungo (protagonista anche dello spettacolo Geppetto e Geppetto)
Sempre piacevole ritrovare sul palco “Una giornata particolare“, quarta edizione teatrale dal 1982, una per decennio, dell’originale film della coppia Loren-Mastroianni. Oggi vive dell’empatia degli interpreti con le sofferenze e l’emarginazione dei loro personaggi. Più una fondamentale pagina di storia che non un’istanza di espressione dell’oggi.
“Quei due“, più un reperto del passato lontano che un vero spettacolo degli anni 2.0. Vive dela vis comica dei due interpreti.
“Il vizietto“, ancora un classico in arrivo dagli anni ’70. Per quanto divertente e importante nella storia del costume italiano necessita di una rivitalizzazione che lo avvicini al mondo e al sentire di oggi… soprattutto fuori da una logica di semplice richiamo commerciale.
“The Pride“, lodevole da parte di Luca Zingaretti il fatto di mettere la sua popolarità a servizio della crescita della coscienza civile del paese, ma il testo da lui scelto è una vicenda po’ obsoleta che arriva fuori tempo massimo e nell’anno della conquista delle unioni civili.
“Il funambolo“, spunto biografico per un testo che nelle intenzioni vorrebbe indagare sulle dinamiche tra dominante e dominato; ben presto si allontana dalle figure storiche e dall’autenticità delle reciproche psicologie e pulsioni sessuali.
“Leopardi amava Ranieri “, un’altro spettacolo che ha radici nel cinema. Buoni gli intenti, non altrettanto la realizzazione
“L’amore migliora la vita“, non basta trattare un tema di attualità per realizzare un lavoro davvero incisivo. Soprattutto se si usa in teatro un linguaggio mutuato dalla fiction televisiva. Ci aspettavamo qualcosa di meglio, ma lodiamo l’impegno.
Sandro Avanzo