10 migliori opere teatrali del 2017 scelte dal critico Sandro Avanzo

Alcune brevi considerazioni di carattere generale a partire dal fatto che da tempo, ormai, l’omosessualità è tema non più proibito, né tanto meno oscurato sui palcoscenici teatrali italiani. Non si vede praticamente più commedia lungo tutto lo Stivale in cui non si incontri almeno un personaggio gay che colori la vicenda con i (vivaci?) toni dell’attualità e della cronaca. Caso mai sarebbero da indagare le ragioni per cui tali personaggi siano spesso figure di sfondo e/o di contorno al servizio di protagonisti maggiormente in luce, un po’ come accade parallelamente anche nelle tante serie televisive non solo made in Italy. Va d’altro canto riconosciuto che crescono i titoli centrati specificatamente sulle vicende di personaggi gay e lesbici. A tal proposito si nota come ancora siano i maschietti gay a godere di una rappresentazione nettamente più frequente che non le donne, con pochissimi titoli che affrontano di petto la realtà omosessuale femminile sì che I Love Alice con Ludovica Modugno e Paila Pavese è forse uno dei pochi esempi di rilievo da poter citare, mentre quasi un’eccezione risultano ancora le ragazze milanesi del gruppo Le Brugole, attrici che fanno del teatro un’attività politica e insieme ironizzano e demistificano l’universo lesbico. In parallelo si può altresì notare come sempre più frequente sia il tema trans ad essere portato in palcoscenico, in quanto realtà ricca di spunti di riflessione (come in Trilogia sull’identità di Livia Ferracchiati). Del resto nel panorama della drammaturgica nazionale sono sempre più frequenti i nostri autori che in maniera seria o comica trovano nella realtà gay e lesbica spunti per i loro testi e le loro storie (tra i tanti citiamo qui solo a titolo di esempio L’amore migliora la vita di Angelo Longoni o L’effetto che fa di Giovanni Franci). Va altresì notato come si vanno moltiplicando gli attori di fama televisiva o cinematografica che non temono più di esser identificati con i personaggi che recitano, ma che trovano in questi ruoli motivi di introspezione e crescita professionale, tra questi – e sono di nuovo solo degli esempi – Ennio Fantastichini e Iaia Forte protagonisti di Modern family o Giulio Scarpati e Valeria Solarino protagonisti di Una giornata particolare o ancora Carlo Buccirosso star in Il pomo della discordia.

Veniamo dunque alla classifica del 2017 che ha tenuto conto in egual misura delle qualità artistiche degli spettacoli e della pertinenza della tematica omosessuale (Sandro Avanzo)

Classifica

  1. Atti osceni  - di Moses Kaufman  

    Atti osceni  - di Moses Kaufman  

    I registi Ferdinado Bruni e Francesco Frongia (coppia unita nell’arte e – civilmente – nella vita) mettono in scena con taglio molto brechtiano al Teatro dell’Elfo di Milano i tre processi a Oscar Wilde, letti come spartiacque tra la repressione del passato e le conquiste che gli omosessuali hanno raggiunto negli ultimi decenni. Protagonista un magnifico Giovanni Franzoni.

    Voto:  9

     

  2. Le scoperte geografiche - di Valentina Venturi

    Le scoperte geografiche - di Valentina Venturi

    Due ragazzini si trovano sul banco di scuola a studiare di Magellano e Colombo, ma quegli studi e quei viaggi diventano via via un percorso di formazione e un’educazione sentimentale che riguarda anche la propria futura identità sessuale. Magistralmente interpretato da Daniele Gattano e Francesco Petruzzelli che però non compaiono nel video dello spettacolo presente integralmente su youtube

    Voto:  8½

  3. Questa cosa chiamata amore - di Massimo Sgorbani

    Questa cosa chiamata amore - di Massimo Sgorbani

    Un vulcanico monologo biografico sulle contradditorie vicende di Truman Capote, autore di capolavori come Colazione da Tiffany e A sangue freddo, ma anche controverso personaggio caduto da beniamino della jet society a reietto del mondo letterario, in cui il drammaturgo italiano riesce a restituire sia il difficile carattere del personaggio che i mutamenti sociali e culturali apportati dal ’68. In scena un camaleontico Gianluca Ferrato.

    Voto: 

  4. Masculu e Fìammina - di e con Saverio La Ruina

    Masculu e Fìammina - di e con Saverio La Ruina

    La dura storia quotidiana comune (purtroppo) a tanti uomini gay del sud italiano, tra auto-repressione di sentimenti e stigma sociale, resa eccezionale da un autore-interprete di toccante umanità. 40 anni di vita personale che sono anche 40 anni del nostro paese visti da una prospettiva che mette in luce differenze sociali e geografiche.

    Voto: 

  5. Peter Pan guarda sotto le gonne - di Greta Cappelletti e Livia Ferracchiati

    Peter Pan guarda sotto le gonne - di Greta Cappelletti e Livia Ferracchiati

    Viaggio nell’identità, primo capitolo di una trilogia pensata per le scuole. Peter, bravo ragazzino abile campioncino di calcio incontra Wendy, sua coetanea bravissima con l’hula hoop. Ma chi è davvero Peter e chi davvero Wendy? Attraverso una rilettura delle celebri pagine Barrie qui la fata Tinker Bell nei giardini londinesi di Kensington, anche senza l’uso della bacchetta magica, svela a Peter Pan quale sia la sua vera natura. Semplici parole in un disegno di grande portata culturale.

    Voto:  

  6. Artemy - di Simone Carella

    Artemy - di Simone Carella

    Presentato all’interno dell’ultima edizione della romana rassegna Il Garofano Verde curata dal benemerito Rodolfo Di Giammarco, è parte del progetto “Essere omosessuali in Russia, oggi”. Incontro casuale sullo stesso treno a 5 lustri di distanza tra Anton e Artemy che avevano condiviso gli anni universitari. Differenti le loro scelte sessuali e sentimentali, differente la loro crescita umana, differenti le realtà in cui si trovano a vivere, la capitale russa e la chiusissima Samara. Testo vincitore del Premio InediTO della città di Torino mirabilmente interpretato da Francesco Martino, Emanuela Villagrossi e Angelo Di Genio (eccellente e affascinante attore trentenne che sempre più si va spendendo a favore di un teatro a tema gay).

    Voto:  7

  7. Terapia di gruppo - di Christopher Durang

    Terapia di gruppo - di Christopher Durang

    Testo reso celebre dalla versione cinematografica di Robert Altman, è una corrosiva satira, divertente quanto amabile, del mondo della psicoanalisi. Alla berlina tanto i pazienti quanto gli strizzacervelli. Senza alcuna differenza o indulgenze tra bisex, omo o etero. Un bel modo di ricondurre a una misura più umana drammi e tragedie che spesso potrebbero essere superate o ridimensionate con un’adeguata dose di autoironia e humour.

    Voto: 7

  8. Una giornata particolare

    Una giornata particolare

    La sceneggiatura dello straordinario film di Scola è stata più volte adattata per la scena teatrale. Questa volta nell’incontro/scontro di coppia, la casalinga abbruttita di Valeria Solarino ha la meglio sullo speaker radiofonico omosessuale Giulio Scarpati che riduce il suo personaggio a figura dimessa e incolore. Responsabilità anche di una regia che non ha saputo sottolineare i principi politici dell’idea fascista che voleva dominante una mascolinità repressiva e monodirezionale.

     Voto:

  9. Rocky Horror Show

    Rocky Horror Show

    Il classico musical degli anni ’70 riproposto (senza alcuna traduzione in sopratitoli) in una versione made in D/UK già vista in Italia due stagioni fa, ma ora in versione più ridotta e più spenta. Non più trasgressione e nemmeno carnevale collettivo, con un Frank-N-Furter Sweet Transvestite from Transexual, Transylvania più rassicurante che provocatorio. E anche con la comicità di Claudio Bisio lo spettacolo risulta colorato ma non coinvolgente.

    Voto:

  10. La morte della bellezza - di e con Benedetto Sicca

    La morte della bellezza - di e con Benedetto Sicca

    Ripresa di una produzione del 2015. Non è possibile ridurre a un dialogo tra 2 personaggi le ricchissime pagine del romanzo capolavoro di Giuseppe Patroni Griffi. Tanto più ricorrendo all’abusato espediente del teatro nel teatro. E non basata l’avvenenza dei protagonisti a riscattare un copione gravato da una pesante matrice letteraria che non riesce a rendere atmosfere e ambienti della devastata Napoli dell’immediato dopoguerra.

    Voto: 6

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