Cinema

I vincitori del Festival Mix di Milano

L’ultima giornata del 30° Festival Mix Milano è iniziata con la presentazione in Scatola Magica del libro “Fossi in te io insisterei, lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere” di Carlo Gabardini. Incontro organizzato in collaborazione con CIG Arcigay Milano.
Carlo Gabardini, attore e comico italiano, è noto al pubblico televisivo per aver interpretato dal 2003 il personaggio di Olmo nella sitcom di Italia 1 Camera Caffè. A seguito del suicidio, a Roma, di Simone, un ventunenne gay che si sentiva discriminato, ha scritto una lettera aperta, poi pubblicata dal quotidiano la Repubblica il 31 ottobre 2013, condannando l’omofobia e facendo egli stesso coming out. Ha partecipato al progetto del sito ‘Le cose cambiano‘ con un video contro il bullismo omofobico intitolato “La marmellata e la nutella” che parla di un mondo in cui tutti mangiano la marmellata e la nutella è vietata. Ha inoltre girato un video contro l’omofobia intitolato “Malato? Io sto benissimo!” . Verso la fine di marzo 2015 è uscito il suo primo libro, intitolato “Fossi in te io insisterei. (Lettera a mio padre sulla vita ancora da vivere)“.

BULLIED TO DEATH
di Giovanni Coda / Italia 2016 / 75′
Voto: stella4-5

Sempre in Scatola Magica è stato proiettato BULLIED TO DEATH di Giovanni Coda, film ormai già carico di riconoscimenti, sul quale si è già detto e scritto molto. In assenza del regista ha presentato il film il poeta milanese Cataldo Dino Meo. Le parole di Cataldo Dino Meo, che qui riportiamo integralmente, sui due film di Jo coda ‘Il Rosa Nudo‘ e ‘Bullied to Death‘ sono talmente belle e condivisibili, che ogni altro commento ci sembra superfluo.
“Buonasera a tutti e grazie soprattutto a nome di Jo, che non può essere qui con noi perché in contemporanea avrà nei prossimi giorni una Première del film in Australia al Melbourne Documentary Film Festival. Detto questo posso dirvi che vi manda il suo saluto e i suoi ringraziamenti. Adorno, il filosofo tedesco, sosteneva che dopo Auschwitz la poesia non poteva più essere detta, scritta, realizzata, Giovanni Coda con il film ‘Il Rosa Nudo‘, che descrive la condizione degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti, che prende spunto dalla vita di Pierre Seel, arrestato dalle SS all’età di 17 anni, insieme al suo amante della stessa età, ci ha detto che invece la poesia è ancora possibile, infatti il suo film è una testimonianza visibile per chiunque, per il suo lirismo, per la sua forza straziante, per il grande amore, nonostante la vicenda feroce del suo protagonista, che nel 1982 finalmente si decide a parlare della sua vicenda personale. Vicenda personale di un ragazzo che a 17 anni vede nel campo di concentramento, il suo amore, il suo amico, il suo compagno sbranato dai cani. Il film ‘Il Rosa Nudo’ di Giovanni Coda è ormai un cult per chi l’ha potuto vedere, è entrato nel mito, nella leggenda. Era difficile dopo quel film cosi potente, che ha avuto riscontri, possiamo dire, in tutti i continenti, premiato in Australia, negli Stati Uniti, in Indonesia, in Messico, in Europa, dappertutto. Era difficile immaginare che si potesse con questo secondo episodio della trilogia, che si concluderà con le vicende del femminicidio, dicevo, era difficile immaginare che cosa poteva realizzare Jo Coda, con questo suo secondo film contro l’omofobia, contro, possiamo dire, l’odio razziale di genere. Ebbene, Jo in questo film, che voi potete vedere adesso, è riuscito nel miracolo di realizzare una vera, una autentica, opera d’arte, pur fondato su vicende terribili, che tutti noi conosciamo, di cui si parla e sentiamo parlare ogni giorno, è riuscito nel lirismo, nelle atmosfere, nelle evocazioni straordinarie, di queste immagini, che ricordano ‘Nostra Signora dei fiori‘ di Jean Genet, la luce divina e tagliente di Caravaggio, che ricordano le maschere tragiche dei greci. Posso dire, per averlo visto come spettatore, che mi ha lasciato molto colpito e molto commosso. Jo Coda con questo film riesce a toccare il sublime. Voi stessi ve ne potrete rendere conto. Voglio concludere semplicemente il mio discorso a proposito di questi temi, che Jo Coda riesce a trattare con questa poesia, con questa potenza espressiva, prima con ‘Il Rosa Nudo‘ e adesso con ‘Bullied to death‘, voglio dire che questo film non resti semplicemente in questa sala oggi, ma che ognuno di noi, ognuno di voi, singolarmente e tutte le associazioni, a partire proprio dalle associazioni gay, trans, prendete contatto col regista, diffondetelo, create situazioni dove questo film si possa vedere e si possa rivedere anche ‘Il Rosa Nudo‘, perché è ora di finirla di sentire parlare di questi temi e nessuno che si prenda la briga, che si prenda la responsabilità di diffondere queste opere d’arte quando vengono realizzate. Per cui faccio veramente un appello forte a tutti quanti perché il film giri, si faccia vedere. Il regista Jo Coda è un uomo disponibilissimo. Questo film prende spunto dalle vicende di un ragazzo americano di 14 anni che avendo dichiarato la propria omosessualità, viene perseguitato nella scuola, viene perseguitato sul Web, finchè giunge a togliersi la vita. Da questa vicenda, prendono spunto altri episodi che sono presenti nel film, che riguardano le lesbiche, i trans, i gay in generale. Vi voglio dire ancora a tutti quanti, grazie a nome di Giovanni Coda.”

I VINCITORI

In prima serata si è svolta la cerimonia di chiusura del Festival mix con la premiazione dei film vincenti. Con Giampaolo Marzi ha condiviso il palco la conduttrice televisiva Melissa Greta Marchetto.
La giuria Giovani ha assegnato il premio per i cortometraggi al cortometraggio svedese 09:55-11:05, INGRID EKMAN, BERGSGATAN 4B di Cristine Berglund e Sophie Vukovic. Il corto parla di una ex ballerina, ora anziana e gravemente ammalata, che non risponde alle telefonate dell’ospedale, ma che riacquista la voglia di vivere e il desiderio sessuale, grazie ad una giovane e ben prosperosa assistente domiciliare, apprendista poetessa, che per qualche giorno si inserisce prepotentemente nella sua vita. E’stata assegnata anche una menzione speciale a OH-BE-JOYFUL di Susan Jacobson.

Il premio di Azione Gay Lesbica (che consiste in 500 euro) qui rappresentata da Valeria Santini è stato assegnato a OH-BE-JOYFUL di Susan Jacobson. Un divertentissimo cortometraggio con protagonista una stravagante vecchietta in carrozzella che fa di tutto per spingere l’amata nipote che la accudisce, a uscire allo scoperto e a trovarsi una compagna. Non contenta di questo coinvolge la nipote in un furto al supermercato. Con finale a sorpresa.

Il premio al miglior documentario è andato a ‘Coming Out‘ di Alden Peters, il più giovane regista tra quelli in concorso. Film del quale avevamo già parlato nell’articolo sulla prima giornata del festival. Menzione speciale a Packed in a trunk. The lost art of Edith Lake Wilkinson di Michelle Boyaner e Jane Anderson.

Il concorso dei lungometraggi è stato vinto da Barash di Michal Vinik , film che avevamo visto oggi nel pomeriggio.

BARASH
di Michal Vinik
Voto: stella3-5

Il film racconta le vicende problematiche della famiglia Barash, padre autoritario, ex militare e razzista, madre, due figlie adolescenti e un figlio più piccolo. La figlia maggiore, Liora, arruolata nell’esercito, scappa in continuazione di casa e finisce anche in carcere, il tutto per colpa di un fidanzato nato nel posto sbagliato. L’altra figlia, Naama è una diciasettenne che frequenta una scuola molto conservatrice, questo non impedisce a lei e alle sue amiche di divertirsi con droghe, alcool, serate in discoteca e incontri occasionali. Quando entra a far parte del gruppo Dana, una bionda esplosiva senza inibizioni, Naama perde la testa per lei e le due iniziano una relazione che durerà sino a quando Dana non si sarà stancata. Il film, che è stato girato dalla regista con un budget limitato, si fa apprezzare per la freschezza e la genuinità con cui sono descritti il coming out e i turbamenti adolescenziali della protagonista e per l’attenzione al difficile ambiente circostante. NB. Le due protagoniste sono state scelte dalla regista, tra ragazze veramente lesbiche anche nella vita reale. Cosi come è stata ripresa dalla realtà la scena della festa lesbica in discoteca.

Sono stati anche premiati, rispettivamente al secondo e terzo posto, i lungometraggi ‘La belle Saison‘ di Catherine Corsini e LIEBMANN di Jules Herrmann. E’ stata anche assegnata una menzione speciale a Jason and Shirley di Stephen Winter.

R. Mariella

Tag

Festival LGBT internazionali

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